La vita in quarantena- Condurre una vita sostenibile a casa
LA VITA IN QUARANTENA Condurre una vita sostenibile a casa 13/03
Sveglia alle 8:30.
Mi vesto, mi lavo, prendo alcuni libri e sono pronta!
Stendo la coperta nel bel mezzo della terrazza, dove il sole sparge i suoi raggi intorno ed io senza uscire ne posso sentire il tepido sfioro.
Tiro fuori, quindi, libri e penne e di getto completo gli esercizi di francese.
Certo, cosa ardua non è, senonché un gatto, piuttosto peloso e grande, con il dorso tutto nero tranne sul collo e sulle zampe candide, trova i miei libri confortevoli cucce e le mie penne giochi spassosi.
Mi fermo. Torno dentro e dopo qualche istante esco fuori con un contenitore trasparente opaco e con una borraccia.
Prima di salire ho preso due pezzi di torta e mi sono preparata una tisana.
Cerco di gustarli, mentre un certo gatto con il dorso nero si lancia verso di essi, cercando di morderli e facendoli cadere.
E' il quinto giorno che non esco di casa. Domenica siamo usciti per la Festa della Donna. Siamo andati in un ristorante poco affollato, ma solo per qualche ora.
E' strano pensare al fatto che uscire senza permesso sia ora illegale. Ma infondo, non importa.
E' bello poter trascorrere la mattinata qui.
E' la nona da quando sono chiuse le scuole.
Chi l'avrebbe mai detto che saremmo arrivati a questo. Beh, forse qualcuno.
Chissà come sembrerà uscire dopo la fine della quarantena. Sarà tutto uguale a prima? L'ultima volta che sono uscita, ho visto degli alberi fioriti. Sarà tutto così quando uscirò?
16/03
Sveglia alle 6:00.
Mi sono alzata velocemente, nonostante abbia dormito poco.
Ho riscaldato un pezzo di torta ed ho fatto bollire l’acqua per la tisana.
Avevo in programma di studiare, ma ora preferisco non farlo. Non che sia rara questa mia mancanza di voglia di studiare, ma ora che me lo posso permettere non seguirò i programmi.
Tranne la parte sulla colazione. Quella l’ho seguita alla lettera.
Alle 10:10 ho la prima lezione online. E’ di matematica.
La lezione è breve e la capisco in fretta, non ci ha dato molti esercizi e per di più sono corti e facili.
E’ un po’ scocciante stare in casa, ma si trova qualcosa da fare.
17/03
Sveglia alle 8:30.
Oggi mi rigiro un po’ nel letto. Uffa, la lezione di musica è alle 9:10.
Dopo essermi trasferita sul divano a fissare un punto impreciso tra l’orologio e l’infinito, mi decido a lavarmi e vestirmi.
Prendo le cose che mi servono e alle 9:12 mi sono collegata. Non importano molto i due minuti di ritardo, è già tanto se si accorgono della mia esistenza.
Nel pomeriggio svolgo un po’ di compiti e poi faccio merenda con gli ultimi dolci della calza e una tisana ai frutti di bosco. (ultimamente è il mio unico sostentamento, ma è buonissima)
La sera ordiniamo una pizza. Arriva in ritardo, ma ne vale la pena.
Prima di dormire mi preparo una tisana.
18/03
Sveglia alle 7:30.
Ottimo! La sveglia non è suonata.
Dovrei ricordarmi di alzare il volume prima di impostarla.
Fortunatamente mi sono portata avanti con le cose da fare ieri.
Riscaldo la tisana di ieri, ancora sul comodino e metto nel forno l’ultimo pezzo di torta.
Prendo i libri: ora non potrò fare i compiti, ma li terrò a portata di mano.
Alle 9:10 inizia la terza lezione online. Oggi avremo due ore di italiano ed una di matematica.
La colazione è deliziosa.
Nel pomeriggio mi dedico allo studio di violino e pianoforte.
Dopo che il metronomo, perpetuo ed ostinato si è completamente impossessato della mia mente, rendendomi sorda ad ogni altro stimolo esterno, scendo per fare merenda. Mangio biscotti e tisana ai frutti di bosco, rendendomi conto della mia spudorata monotematicità in fatto di cibo.
Alla sera mi dedico all'intagliare i barattoli di vetro che poi venderemo ai mercatini a cui abbiamo intenzione di partecipare.
Sarebbe ora di cena, anzi è anche tardi per quella.
Vabbè, mangerò altri biscotti con la tisana.
E' strano rendersi conto che non mangio carne da 21 giorni.
Sarà perché ora è più facile gestire i pasti, essendo adesso privi di vincoli di orario e di categoria, in tempo di quarantena. Ma confrontandola alla sfida che abbiamo fatto l'anno scorso prima di Pasqua, di non mangiare carne per una settimana, è decisamente più facile. Certo a volte mi andrebbe un panino con il prosciutto o una bistecca, ma è facile resistere: sia perché non ne abbiamo in casa, sia perché non sono pasti così irresistibili.
Poi sto mangiando più di quei piatti vegetariani che mi piacciono, ma che spesso sostituisco con il solito panino.
Sarebbe bello poter prolungare questa sfida, ma se non mangiassi carne a Pasqua, non oso immaginare cosa mi farebbero. Non vorrei far scaldare gli animi proprio a Pasqua, ma ci proverò a convincerle, mia madre e mia nonna.
Questa quarantena non si sta rivelando così dura: certo, ora non possiamo permetterci dei piatti particolari ed è difficile fare tutto virtualmente. Eppure non è male. No, proprio non lo è.
Tutte quelle piccole opere incompiute, che da tempo infastidiscono la coda del nostro occhio, possono essere terminate, per la gioia del cuore. E' così se vogliamo dirla poeticamente.
E' strano rendersi conto che non mangio carne da 21 giorni.
Sarà perché ora è più facile gestire i pasti, essendo adesso privi di vincoli di orario e di categoria, in tempo di quarantena. Ma confrontandola alla sfida che abbiamo fatto l'anno scorso prima di Pasqua, di non mangiare carne per una settimana, è decisamente più facile. Certo a volte mi andrebbe un panino con il prosciutto o una bistecca, ma è facile resistere: sia perché non ne abbiamo in casa, sia perché non sono pasti così irresistibili.
Poi sto mangiando più di quei piatti vegetariani che mi piacciono, ma che spesso sostituisco con il solito panino.
Sarebbe bello poter prolungare questa sfida, ma se non mangiassi carne a Pasqua, non oso immaginare cosa mi farebbero. Non vorrei far scaldare gli animi proprio a Pasqua, ma ci proverò a convincerle, mia madre e mia nonna.
Questa quarantena non si sta rivelando così dura: certo, ora non possiamo permetterci dei piatti particolari ed è difficile fare tutto virtualmente. Eppure non è male. No, proprio non lo è.
Tutte quelle piccole opere incompiute, che da tempo infastidiscono la coda del nostro occhio, possono essere terminate, per la gioia del cuore. E' così se vogliamo dirla poeticamente.
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